Penso a lei a volte, stesa sul letto,
mentre mi addormento nella stanza che ho ricavato dal sottotetto
sul vecchio scuro parlŵr1 dove è morta
sola d’inverno, malata e senza una lira.
Accendo le lampade, pomeriggi di Novembre,
un libro da leggere, whisky dorato nel mio bicchiere.
Alla mia macchina da scrivere battendo sotto le stelle
presso il mio nuovo lucernario, canzoni alla radio
e un cane a farmi compagnia. O parcheggiando l’auto
dove in mezzo al pantano lei richiamò la sua unica mucca
su dal campo, sotto il platano.
O guardando le colline che anche lei guardava.
Trovo i suoi cocci rotti, scavando nel suo giardino.
Cos’altro condividiamo, se non l’essere donne?
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